Ciao a tutti.

Ho creato questo blog allo scopo di condividere con voi la mia passione per la scrittura e per le ragazze dotate di seni fuori dal comune.Ho scritto un romanzo, Lisa & Milena, che pubblicherò a puntate, capitolo per capitolo su questo blog.
Confido nei vostri commenti e nelle vostre critiche.
Per ciò vi ringrazio fin d'ora, Flower.



traduttore

giovedì 22 luglio 2010

Epilogo

Devo concludere così, scusandomi con voi per avere omesso la parola fine.
"Lisa & Milena: an erotic novel about big breasted girls" finisce così, nel luogo dove tutto era cominciato.
Qualcuno mi ha chiesto di metterci più sesso, qualcuno di evitarlo: in realtà la storia era già scritta prima di essere pubblicata; un poco come eventi già accaduti e che non possiamo in alcun modo modificare.
Se quello che avete letto vi è piaciuto, oppure no, vi chiedo solo di farmelo sapere: inviatemi una mail con il vostro commento, e mi impegno a spedirvi il romanzo in pdf, magari da riguardare durante le vacanze.
Ciao e a presto, Flower.

martedì 13 luglio 2010

Capitolo Ventesimo

“Sì, certo...no, qui va tutto benissimo. Quando arrivi?...Okay...”
Lisa si girò verso Milena, stesa al suo fianco, e coprendo con la mano il cellulare disse a bassa voce: “E’ Gunther: dice che arriva martedì!” Poi riprese.
“Quello che vuoi caro... lo sai che per certe cose io proprio non sono portata...Okay, ciao...ciao...”
A fine settembre, Lisa e Milena stavano godendosi, sul bordo della piscina, le ultime giornate di quella splendida ed incredibile estate. Stavano sdraiate sui lettini, fianco a fianco, magnifiche nella loro abbondanza di forme e totalmente rilassate.

venerdì 2 luglio 2010

Capitolo Diciannovesimo

Si era arrivati ai primi giorni di settembre: le calde giornate estive si erano accorciate. Spesse nuvole grigie scendevano da Nord nel pomeriggio ed ammantavano il paesaggio di una luce più fredda e metallica: non di rado pioveva, e Lisa rimaneva in casa, guardando le gocce rigare i vetri delle finestre.
La noia scandiva le ore del giorno passate nella villa: ma questa compagna indesiderata, a cui comunque solitamente si fa l’abitudine, era diventata per Lisa una sorta di piacevole indolenza. I suoi pensieri, se non le sue azioni, erano comunque riempiti dalla presenza di Milena, e così era anche per quest’ultima.
Il loro rapporto era cresciuto in tutti i sensi e si era trasformato in quel tipo di amicizia profonda che può nascere solo da situazioni fuori dall’ordinario, come quella che stavano vivendo.

domenica 13 giugno 2010

Capitolo Diciottesimo

Minosse chiese a Poseidone, dio del mare, di mandargli un toro: ricevere questo toro dal dio era la prova che l'Olimpo approvava il suo regno.
In effetti, Poseidone mandò il toro, un toro di un bianco stupefacente destinato ad essere sacrificato, ma Minosse non lo sacrificò; affascinato dalla sua bellezza, decise di utilizzarlo come toro da monta per le sue mandrie.
Pasifae, sposa del re di Creta, vide il toro e rimase a tal punto stregata dalla sua potenza da caderne innamorata: tale sentimento, altrimenti incomprensibile, era dovuto all’intervento superiore di Poseidone che intendeva così punire Minosse per la sua disobbedienza.
Come spesso accade nei miti greci, il volere divino si era sostituito alle debolezze umane, ed il seme della follia ricadeva dall’alto sugli uomini.

sabato 5 giugno 2010

Capitolo Diciassettesimo

Tornarono alla villa sul fare della sera, ridendo e scherzando come due ragazzine. Gunther sentì le voci dalla sala attigua e gli andò incontro nell’atrio.
“Allora, come è andata la vostra cavalcata?”
“Tutto bene, grazie Gunther” – disse Lisa cercando di ricomporsi.. L’uomo le guardò sorridendo. Avevano ancora le camicette stropicciate, fuori dai pantaloni; su quella di Milena ,al centro dei seni, due grosse chiazze bagnate.
“Bene: allora, per concludere degnamente la bella giornata, vi invito alla cena di gala che si terrà questa sera, presso villa Adler, presenti l’esimio professor Bohm e la sua graziosa assistente, Dottoressa Elizabeth Neufeld..” Disse ciò con tono esageratamente pomposo, suscitando l’ilarità delle due ragazze.
“Villa Adler? E dove sarebbe?”
“Esattamente dove ci troviamo ora. Nove in punto, mi raccomando, e non dimenticate il vestito lungo.”

lunedì 24 maggio 2010

Capitolo Sedicesimo

Lisa si era svegliata prestissimo, carica di eccitazione come non lo era stata da tanto, forse addirittura da quando, da bambina, doveva partire per le vacanze. Aveva chiamato Gunther di primo mattino chiedendogli se poteva procurargli due cavalli il più presto possibile.
“Non crederai che cominci a cavalcare alla mia età?”
“No, no, è per Milena. Andiamo a fare un’escursione giù al lago.”
L’uomo stette in silenzio per un po’.
“Non credo che il dottor Bohm sia d’accordo. Deve proseguire con la terapia iniziata: sai, i programmi di cura vanno rispettati…”
“Sinceramente me ne frego dei programmi e del dottor Bohm: per oggi facciamo vacanza e se ne riparla domani. Okay?”
Naturalmente Gunther sapeva che, se Lisa la pensava così, non vi era modo di farle cambiare idea. Piuttosto si chiedeva cosa ne pensasse Milena, e come mai…”

lunedì 17 maggio 2010

Capitolo Quindicesimo

Il cavallo, già sellato e pronto per la monta, la aspettava davanti alla villa. Lo stalliere, un giovanissimo ragazzo, poco più che adolescente, teneva le redini; sgranò gli occhi quando la vide arrivare.
“Se... se...serve una mano, signorina?” Lisa non sapeva se fosse balbuziente o se fosse l’effetto della sua vista, ma in quel momento non gliene importava niente. Pensò di non considerarlo nemmeno: probabilmente sarebbe filato via di corsa a farsi una sega appena lei fosse partita. Montò in sella e spronò l’animale che iniziò a trottare lentamente, seguendo la strada sterrata che portava giù verso il lago.

lunedì 10 maggio 2010

Capitolo Quattordicesimo

Il mattino la colse all’improvviso, sul letto ancora fatto su cui si era buttata la sera prima: i raggi di sole entravano, tra le tende della finestra aperta, annunciando una splendida giornata. Si diresse barcollando verso il bagno. Si guardò allo specchio, i capelli arruffati ed il trucco colato, e si sorrise: aveva ancora i resti degli schizzi di latte sul viso.
Mentre faceva la doccia non riusciva a smettere di pensare alla notte precedente, e sentiva una strana euforia crescerle dentro. Era successo, e sarebbe successo ancora quella sera, ed ancora, ed ancora...o forse no? Per la prima volta, dai tempi della sua adolescenza, si sentiva veramente felice, ma anche confusa ed indifesa.

lunedì 3 maggio 2010

Capitolo Tredicesimo

La casa era vuota: evidentemente tutti erano già andati a letto. Salì le scale, dirigendosi silenziosamente verso la sua camera. Si fermò all’inizio del corridoio; da sotto l’uscio, in fondo, trapelava una sottile lama di luce. Proseguì fino alla sua porta, fece per girare il pomolo e stette immobile, l’udito teso nel cercare di decifrare un rumore impercettibile. Era una specie di ronzio con andamento intermittente, e proveniva dalla camera di Milena. Sentiva la curiosità crescere: non avrebbe potuto dormire senza sapere. Così raggiunse l’altra camera, girò la maniglia e lentamente aprì la porta.
“Ciao Lisa, ti stavo aspettando.”
Un accenno di sorriso, il sopracciglio sinistro inarcato: Milena era stesa sul suo letto, la schiena appoggiata alla testiera e sostenuta da diversi morbidi cuscini.

martedì 27 aprile 2010

Capitolo Dodicesimo

Le tre settimane che seguirono furono per Lisa esaltanti. Volarono in California e tutto cominciò nel migliore dei modi, con la sottoscrizione di un contratto multimilionario, dopodiché lei e Gunther si diedero subito da fare per alleggerirsi la coscienza. Frequentarono i migliori locali di Hollywood, fianco a fianco con le star del cinema: un attore americano, incrociato per caso in un ristorante, si prese la briga di fare riempire la stanza d’hotel di Lisa con centinaia di rose rosse. Naturalmente fu ignorato.
Volarono poi con un jet privato a Las Vegas, dove il trattamento che ti riservano è direttamente proporzionale al tuo conto in banca. Nel loro caso, vuoi che la voce della firma del contratto li avesse preceduti, una Limousine li prelevò all’aeroporto scaricandoli direttamente nella miglior suite dell’hotel più lussuoso della città. Tre giorni di vizio e gioco d’azzardo, dove incredibilmente Lisa riuscì addirittura a portare a casa più soldi di quanti ne avesse all’arrivo. Da lì a Philadelphia e poi Hamilton, Bermuda.

sabato 17 aprile 2010

Capitolo Undicesimo

“Dormita bene, cara?”
Lisa stava facendo colazione, nell’assoluto silenzio della casa deserta. Era scesa tardi e, non vedendo nessuno in giro, si era diretta in cucina con una fame da lupo. Si girò e Milena era lì sullo stipite della porta, le braccia conserte. Indossava solamente una vestaglia di crépe nera, allacciata in vita, e ciò metteva fine a tutti i suoi dubbi del giorno prima. Quel seno era reale, e, per quanto si poteva vedere, naturale; si apriva ampio dalle clavicole, a scendere dolcemente. Le sue curve piene e continue ne rimarcavano l’abbondanza. Non era una brutta ragazza, Milena, anzi: a due fianchi abbastanza generosi contrapponeva una vita insolitamente sottile: le cosce erano piene e tornite, le caviglie sottili.
“Da schifo, grazie” - rispose lei – “E tu?”

mercoledì 14 aprile 2010

Capitolo Decimo

Aveva dormito durante il volo: la hostess di bordo l’aveva svegliata poco prima dell’atterraggio.
Aiutandola ad allacciare la cintura le aveva esercitato, con il gomito, una lieve ma continua pressione sul seno. Al suo sguardo stupito era arrossita e aveva sussurrato qualche parola di scusa. “No, no, tocchi pure, se crede; sono vere.” La ragazza era diventata paonazza.
Le piaceva provocare queste reazioni nelle donne che la facevano oggetto di attenzioni. Le faceva pensare che il fascino del suo corpo potesse in qualche modo travalicare la sessualità delle persone.
“Sono, sono così...imponenti!” disse imbarazzata chinandosi. Lisa buttò l’occhio nella scollatura della ragazza e giudicò mentalmente: quarta misura, coppa B. Nessuna speranza, nel suo mondo.

lunedì 5 aprile 2010

Capitolo Nono

Passavano i giorni. Lisa aveva ripreso, anche se senza voglia, le normali attività che svolgeva quotidianamente. La mattina scendeva, ancora in pigiama, giù nell’ufficio, e con una tazza di caffè in mano accendeva lo schermo.
Principalmente si trattava di gestire i siti web che avevano creato anni prima e che si erano rivelati delle vere e proprie miniere d’oro. Nel panorama mondiale della rete spiccavano su tutto il resto, non solo per la qualità ma sopratutto per la sua presenza.
Lei, personalmente, non trovava la cosa particolarmente stimolante: gli utenti del web erano una entità imprecisata, senza volto, numeri che crescevano o calavano. Una società di Monaco di Baviera si occupava delle pubbliche relazioni e due segretarie avevano il solo compito di rispondere alle mail che giungevano al suo personale indirizzo.

martedì 30 marzo 2010

Capitolo Ottavo

L’indomani Lisa ripartì per Ibiza, e sinceramente non ne vedeva l’ora. Pochi giorni al Nord le avevano già fatto venire nostalgia del sole caldo della splendida isola.
Durante il volo aereo ripensò a tutto quello che era successo in quei giorni: l’università, il dottor Bohm, La villa di Gunther, Milena. Ma più di tutto non riusciva a togliersi dalla mente quella ragazza, Greta, fotografata in modo così freddo e asettico. Era in qualche modo confusa: non capiva cosa la eccitasse veramente, se l’idea di poter diventare così o la semplice vista di una donna più dotata di lei. Si rammaricò di non avere chiesto una copia della foto, anche se sicuramente il professore non avrebbe acconsentito.

lunedì 22 marzo 2010

Capitolo Settimo

Fu raggiunta da Gunther mentre scendeva velocemente la scalinata dell’edificio universitario, i grossi seni che sussultavano ad ogni gradino sotto la camicetta. Sbattè la portiera dell’auto che li attendeva, seguita dall’uomo.
Tornarono verso Berlino in completo silenzio, anche se la tensione che emanava il corpo di Lisa era assolutamente tangibile: La ragazza sembrava sempre sul punto di esplodere: in un paio di occasioni si girò verso Gunther, come ad iniziare un discorso, per poi sbottare e tornare a fissare il vuoto davanti a sé. Non accettava che ciò non potesse accadere.
Solo quando furono nell’ascensore dell’hotel, soli, proruppe: ”E secondo te io dovrei farmi ingravidare come una vacca per avere un seno così? Domani torno ad Ibiza, vaffanculo Bohm e la DDR!”

sabato 13 marzo 2010

Capitolo Sesto

Il mattino successivo, quando Lisa scese per la colazione, Gunther era già al tavolo, il giornale aperto di fronte. Come ogni mattina, alzò gli occhi e la salutò cordialmente.
A dispetto degli anni trascorsi insieme, anche nella più totale intimità, tra di loro non vi era mai stato niente. Non che a Gunther non piacessero le ragazze, anzi: ma per Lisa provava fin dal primo momento un sentimento di affetto quasi paterno, e in ogni caso aveva subito capito che Lisa poteva essere un ottimo affare, oltre che un ottimo socio in affari, ma da maneggiare con estrema cautela. Sapeva dell’idiosincrasia che Lisa aveva verso gli uomini, e ciò indubbiamente facilitava il loro rapporto professionale. Lisa non aveva mai avuto una relazione e ciò non sembrava disturbarla. Meglio così.

mercoledì 10 marzo 2010

Capitolo Quinto

Questi i pensieri che Lisa stava seguendo, mentre se ne stava sdraiata sotto il sole in quel primo pomeriggio di estate. Da quella prima volta Ibiza era diventata casa sua, e Dio solo sa quanto Gunther ci avesse visto giusto.
Grazie ad alcune sue conoscenze, Lisa comparve come guest model sul sito di una famosa pornostar tedesca. Poche foto in cui si mostrava per la prima volta al mondo del web e che bastarono per inchiodare il server per diverse ore.

venerdì 5 marzo 2010

Capitolo Quarto

Nei mesi che seguirono Lisa diventò una donna. La ragazza timida che era arrivata quasi per caso ad Amburgo, acquisì a poco a poco fiducia in sè stessa. Lo si capiva da tanti piccoli segni: gli sguardi più diretti verso le persone, e il modo in cui queste reagivano.
Le sue colleghe ad esempio, che al suo arrivo la squadravano con malcelato fastidio, ora sembravano subire costantemente la sua presenza, in una specie di ossequioso rispetto: difficilmente ne sostenevano lo sguardo, e si spostavano al suo passaggio nei corridoi del retropalco. Lisa poi, sempre più consapevole della sua presenza fisica, aveva definitivamente abbandonato gli anfibi e si muoveva decisa per il locale, spalle erette, ondeggiando i fianchi su scarpe dal tacco sempre più alto. Nei pochi momenti di dialogo interponeva tra se e le altre ragazze quel gigantesco seno che sembrava in qualche modo intimidirle. Le altre ragazze in modo implicito ne riconoscevano la superiorità, anche in virtù dei guadagni che crebbero quasi all’istante.

mercoledì 3 marzo 2010

Fidelio (ovvero una piccola parentesi sul tema).

Una breve riflessione che nasce da questa mia personale esperienza. Cosa siamo noi, quando ci mostriamo sulla rete? Siamo sicuramente diversi da ciò che sembriamo essere nella vita quotidiana. Migliori o peggiori? Ognuno avrà la sua risposta in merito. Sicuramente Internet permette di liberarsi da schemi e ruoli che la società ci impone: ma in definitiva come ci mostriamo?
La maschera che inevitabilmente indossiamo può nobilitare un volto banale, o al contrario rendere grotteschi i nostri delicati lineamenti.
O qualcuno di noi si mostra veramente per quello che è, nudo di fronte agli altri?
La mia idea è che con Internet entriamo in un interminabile ballo in maschera, che dura ben più dello spazio di un carnevale.
Avete indovinato cosa c'entra Fidelio in tutto ciò?
A voi la parola.

venerdì 26 febbraio 2010

Capitolo Terzo

Dopo la prima settimana, un pomeriggio, Gunther le chiese di salire nel suo ufficio. Era seduto alla scrivania e la fece accomodare sulla poltroncina di fronte. Sul ripiano una busta bianca.
“Aprila” – disse l’uomo.
Lisa tirò a sé la busta e guardò dentro, poi estrasse quello che era il suo primo stipendio. Cominciò a contare le banconote, poco meno di mille euro.
Rimase lì ferma con i soldi in mano, pensando che non aveva mai visto tanti soldi tutti in una volta. Gunther sembrò volerla anticipare dicendo: “Lo so, è veramente una miseria, ma questo è l’inizio; possiamo fare molto meglio.”

sabato 20 febbraio 2010

Capitolo Secondo

Arrivò al night un’ora prima dell’inizio del primo spettacolo. Gunther, che stava conversando con il barista, la accompagnò nel retro, verso i camerini.
Non si poteva dire che l’ambiente sembrasse ospitale: nemmeno un cenno di saluto nei suoi confronti. Gli sguardi incuriositi delle altre ballerine, appena Lisa tolse il cappotto, si trasformarono in occhiate sfuggenti che lasciavano trasparire incredulità. Lisa non si era mai trovata in una situazione del genere, ma conosceva bene quegli sguardi femminili che aveva sentito su di sé tante volte: esprimevano una falsa commiserazione che mal celava lo stupore per una vista così straordinaria.

venerdì 19 febbraio 2010

Anteprima del Secondo Capitolo


Una piccola anteprima del Secondo Capitolo: Lisa sulla passerella.
Spero di mettere il testo nel giro di pochi giorni.
Ciao, Flower

sabato 13 febbraio 2010

Capitolo Primo

Il vento caldo e salmastro saliva dalla costa verso le prime colline: passava tra le tamerici e le pinete, portando fin sul bordo della piscina il profumo degli alberi resinosi. Era una splendida giornata di sole di inizio estate ad Ibiza.
Lisa era sdraiata su di un lettino, le gambe piegate e le braccia sottili abbandonate al di sopra del capo. Aveva 24 anni, occhi verdi, labbra carnose e lineamenti morbidi, quasi da bimba, capelli color miele su una carnagione insolitamente abbronzata per una donna nata in Danimarca: la natura l’aveva dotata di un fisico slanciato che qualsiasi uomo avrebbe definito perfetto, se non fosse stato per una piccola anomalia.