“Sì, certo...no, qui va tutto benissimo. Quando arrivi?...Okay...”
Lisa si girò verso Milena, stesa al suo fianco, e coprendo con la mano il cellulare disse a bassa voce: “E’ Gunther: dice che arriva martedì!” Poi riprese.
“Quello che vuoi caro... lo sai che per certe cose io proprio non sono portata...Okay, ciao...ciao...”
A fine settembre, Lisa e Milena stavano godendosi, sul bordo della piscina, le ultime giornate di quella splendida ed incredibile estate. Stavano sdraiate sui lettini, fianco a fianco, magnifiche nella loro abbondanza di forme e totalmente rilassate.
“Dice che oggi hanno pubblicato sul sito una tua foto in anteprima: quella dove sei vestita da maitresse, di spalle con le gambe aperte ed il busto leggermente girato.”
“E allora?”
“Sono arrivate settecentoventisette mail in dieci minuti: poi, nel giro di mezz’ora, si è inchiodato tutto. Adesso stanno potenziando il server; appena riparte ha detto che ce le gira, così ci facciamo un idea dell’impatto che hai avuto sul web.” Milena non riuscì a contenere un risolino di contentezza.
“Quindi è piaciuta?”
“Piaciuta non è la parola esatta; ma come diceva il nostro amico tedesco, hai il dono della sintesi: hai letteralmente spaccato.”
“Wow!”
“E hanno messo una foto che meno di così non si può: nemmeno i capezzoli si vedono. Direi che tutto ciò merita quantomeno un brindisi. Luis!”. Lisa chiamò a voce alta il ragazzo, intento a pulire il patio.
“Portaci una bottiglia e due bicchieri. Ghiacciata, mi raccomando.”
Se ciò fosse successo solo un anno prima, se qualcuna avesse avuto un successo del genere sul web a scapito suo, Lisa sarebbe stata intrattabile per giorni: ora si sorprendeva, tra sé e sé, della sua reazione. Era felice, anzi felicissima: e la sua felicità aumentava vedendo il sincero sorriso sulla bocca di Milena.
I giorni di Potsdam erano diventati definitivamente soltanto un ricordo, lontano nel tempo ed ora anche nello spazio. Il progetto legato alla sperimentazione delle terapie era stato abbandonato dopo il verificarsi di un singolare episodio: il Dottor Bohm era stato ritrovato da un assistente, un lunedì mattina, legato al bancone del laboratorio; era completamente nudo, ridotto al silenzio con un aggeggio simile al morso dei cavalli e presentava segni di sevizie sul corpo. Una volta ripresosi dallo shock subito, il dottore disse di avere sorpreso alcuni uomini, probabilmente ladri, nel laboratorio, e di essere stato da questi immobilizzato. Nessuno sporse ovviamente denuncia e nessuno volle approfondire la faccenda: dopo qualche giorno il laboratorio fu smantellato. Lo stesso Gunther, quando venne a conoscenza della cosa, non fece domande: gli bastò uno sguardo di Lisa per capire che così doveva essere.
Luis arrivò a bordo piscina, cestello del ghiaccio con bottiglia di champagne in una mano e calici nell’altra. Posò il tutto sul tavolino e silenziosamente se ne andò.
“Ecco qua,” – disse Lisa: “un brindisi al futuro successo della nostra nuova socia in affari!”
“Alla nostra, Lisa...”
Fecero Tintinnare i bicchieri e bevvero il vino allegramente, sdraiate una di fianco all’altra sui lettini. Si leggeva nei loro occhi sorridenti la profonda complicità che le univa.
“Sai,” – disse Milena – “oggi arriva mia sorella con il piccolo...”
“Ah ah. Ti giuro, non vedo l’ora di vederlo. Certo, dovrai ricominciare a fare la mamma...”
“Eh già...”
“...ad allattare...”
“Proprio così...”
“...e magari avremo un pò meno tempo per noi due...”
“Credo di avere latte ancora per una colonia di bambini, se è per questo.”
Spostò la coppa del bikini mostrando il grosso capezzolo: poi, stringendolo tra le dita, fece partire uno schizzo che arrivo fin dentro la piscina.” Lisa sorrise.
“Lo sai che non mi puoi fare un gesto del genere senza pagarne le conseguenze...” Milena sorrise.
“Certo che lo so, altrimenti non lo avrei fatto.” Si tolse definitivamente il bikini, si alzò e tese la mano all’altra, ancora sdraiata sul lettino.
“Forza abbiamo ancora tutto il pomeriggio solo per noi.”
Lisa esitò: stava gustandosi quel breve momento di eccitazione; il lieve formicolio tra le gambe e la vista di Milena sopra di lei. Stava ammirando quel corpo, sovrumano, come aveva detto quel giorno il dottor Bohm: i giganteschi seni turgidi dalla pelle tesa e l’aspetto serico, le vene azzurre che lo percorrevano, quelle enormi areole carnose, con al centro i capezzoli eretti. La loro abbondanza, la loro consistenza così morbida e calda, il rumore che facevano, sbattendo uno contro l’altro quando facevano l’amore. Tutto ciò era lì, davanti a lei e per lei.
Come ciò fosse stato possibile, non le era dato sapere. Probabilmente era veramente la volontà imperscrutabile di qualche divinità. Eros, figlio del caso, forse.
Lisa si alzò, cinse Milena ai fianchi e la tirò a sè, strizzando i seni tra loro: socchiuse gli occhi e la baciò intensamente. Si incamminarono, abbracciate una all’altra, su per le scale, verso la fresca penombra della loro stanza da letto.
martedì 13 luglio 2010
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