Ciao a tutti.

Ho creato questo blog allo scopo di condividere con voi la mia passione per la scrittura e per le ragazze dotate di seni fuori dal comune.Ho scritto un romanzo, Lisa & Milena, che pubblicherò a puntate, capitolo per capitolo su questo blog.
Confido nei vostri commenti e nelle vostre critiche.
Per ciò vi ringrazio fin d'ora, Flower.



traduttore

lunedì 3 maggio 2010

Capitolo Tredicesimo

La casa era vuota: evidentemente tutti erano già andati a letto. Salì le scale, dirigendosi silenziosamente verso la sua camera. Si fermò all’inizio del corridoio; da sotto l’uscio, in fondo, trapelava una sottile lama di luce. Proseguì fino alla sua porta, fece per girare il pomolo e stette immobile, l’udito teso nel cercare di decifrare un rumore impercettibile. Era una specie di ronzio con andamento intermittente, e proveniva dalla camera di Milena. Sentiva la curiosità crescere: non avrebbe potuto dormire senza sapere. Così raggiunse l’altra camera, girò la maniglia e lentamente aprì la porta.
“Ciao Lisa, ti stavo aspettando.”
Un accenno di sorriso, il sopracciglio sinistro inarcato: Milena era stesa sul suo letto, la schiena appoggiata alla testiera e sostenuta da diversi morbidi cuscini.
Lisa era paralizzata dalla visione di ciò che aveva davanti. I seni di Milena erano due giganteschi mammelle, adagiate su di lei quasi come se non le appartenessero: debordavano dal torace e coprivano le braccia stese lungo i fianchi; pure non si appiattivano su di lei, ma si ergevano imponenti sul suo busto, dando l’impressione di estrema pienezza. Un reticolo di vene azzurrognole le percorreva, appena sotto la pelle traslucida. Le enormi areole rosa erano contenute in due grandi coppe di vetro, collegate con diversi tubi ad un marchingegno posato a fianco del letto; il vuoto prodotto provocava, ritmicamente, l’allungarsi ed il rilassarsi dei giganteschi capezzoli.
“Avvicinati.”
Lisa fece qualche passo verso di lei, quasi con timore. La bocca era aperta per lo stupore.
“Tu...tu...”
“Siii?”
“Tu...sei... immensa!”
Milena rise divertita. “Direi proprio che è la parola esatta. Immensa. Oppure smisurata, gigantesca, mastodontica...”
Tolse un braccio da sotto la mammella e le tese la mano.
“Vieni, non avere paura. E’ solo una delle tre sedute di mungitura quotidiana, ma ho quasi finito.” Detto questo spense la macchina. Il lieve ronzio cessò all’istante. Poi il tipico schiocco del rumore di sottovuoto: si staccò le coppe dai grandi seni e i capezzoli rimasero liberi, turgidi ed eretti.
Lisa, che lentamente si era avvicinata, si sedette sul letto, al suo fianco.
Era incapace di toglierle lo sguardo di dosso e Milena, sempre con il sorriso sulle labbra, sembrava gustarsi intensamente quella attenzione.
I propri seni le sembrarono improvvisamente normali, al cospetto di quelle due montagne. Notò sul comodino due grossi contenitori pieni di latte.
“Oggi ne ho fatti dodici litri.”
Lisa non voleva credere ai propri occhi: le sembrava di vivere in uno strano sogno: così le parve di sentirsi dire; “E.. che cosa ne fate, di tutto quel latte...?”
“Ci facciamo colazione al mattino, chiaro!”
Milena cominciò a ridere di gusto: l’imbarazzo della ragazza la divertiva. Arrivò a ridere fin quasi alle lacrime, le grosse mammelle tremolanti per i suoi sussulti. Poi, quando riprese il controllo di sé, guardando intensamente Lisa negli occhi, prese un capezzolo, tra il pollice e l’indice e strinse.
Un lungo schizzo di latte caldo arrivò sulla guancia di Lisa; Milena spostò lo sguardo dal viso della ragazza al suo enorme seno, come ad invitarla, e Lisa timorosamente si chinò su di lei.
Aprì la bocca, mettendosi in bocca l’intero capezzolo gonfio, e succhiò. Il latte uscì all’istante, scendendole lungo la gola; il dolce sapore era tra le cose più buone che avesse mai sentito; intenso e inebriante. Succhiò con più decisione, e mentre succhiava sentiva una strana eccitazione crescere: brividi lungo la schiena, le gambe che gli tremavano. Prese ad accarezzare la mammella a due mani, seguendole la rotondità dei contorni, avvertendone il peso, e poi la strinse delicatamente portandola verso il viso. Mentre succhiava alzò gli occhi ed incrociò lo sguardo intenso di Milena: si stava mordendo il labbro inferiore, sempre sorridendo con una strana espressione di soddisfazione. “Succhiami, Lisa, succhiami...” e Lisa succhiò ancora più intensamente, sentendo il liquido uscire a fiotti e scenderle gocciolando dalla bocca al mento. La testa le girava per l’eccitazione, si sentiva come ubriacata da quel tiepido latte materno.
Poi, improvvisamente, Milena la prese per i capelli e con uno strattone la staccò con forza dal seno gigantesco.
“Sei stata cattiva con me l’ultima volta che ci siamo viste…”
Per Lisa fu come un pugno nello stomaco. Dio, pensò tra sé, fa che non mi faccia smettere, fa che non mi faccia smettere…Cominciò ad accarezzarla e a baciarle le enormi areole.
“Perdonami Milena, sono stata stupida e arrogante, ma tu devi perdonarmi.” Sentiva l’eccitazione tra le gambe, la sua vagina ormai completamente bagnata.
“Ti perdonerò, se sarai capace di farti perdonare…” E così dicendo, con le due mani, sempre tenendole la testa per i capelli, delicatamente la spinse giù sulla sua pancia e poi ancora giù in mezzo alle sue cosce. Lisa sentì l’odore del suo sesso andarle letteralmente al cervello; cominciò a leccare, prima lentamente e poi sempre più freneticamente, cercando di spingere la lingua il più possibile in profondità. Prese delicatamente il suo clitoride gonfio tra le labbra e lo leccò lentamente, con un piacere sconosciuto, accresciuto dai mugolii di soddisfazione di quella giumenta. Alzava lo sguardo ogni tanto, come a cercare approvazione, e Milena diceva: “Brava…non ti fermare…” e così dicendo le stringeva la testa tra le forti gambe, quasi a costringerla lì sotto.
Ma Lisa non avrebbe mai voluto smettere: il suo corpo si muoveva in modo incontrollato, scosso da fremiti di piacere, fino a quando un liquido caldo ed aspro non le riempì improvvisamente la bocca. In quel preciso momento anch’essa venne ed ebbe il più bell’orgasmo della sua vita.
Strinse a sé i glutei di Milena, abbandonando la testa sul suo ventre, pervasa da un senso di pace interiore mai provato prima.
Stettero così, in silenzio per un tempo indefinito, poi Lisa guardò verso l’alto. Milena stava ad occhi chiusi, come addormentata, gocce di latte ancora scendevano dai capezzoli turgidi, scivolando giù per la curve di quei giganteschi seni. Fece per scendere dal letto e quasi cadde sul pavimento. Le gambe erano molli: ci mise un po’ a ritrovare l’equilibrio.
Quando fu sulla porta si girò indietro: Milena si era svegliata e la stava guardando intensamente.
“Sei stata brava, ma puoi fare molto meglio. Ti aspetto, domani sera alla stessa ora.”

Lisa si buttò sul letto, in camera sua, in uno stato di totale confusione. Aveva vissuto l’esperienza sessuale più bella della sua vita: anzi, forse l’unica vera esperienza sessuale della sua vita. Non aveva mai provato un piacere così intenso: tanto forte da sentire ancora il suo corpo percorso da brividi anche al solo pensiero.
Eppure allo stesso tempo tutto ciò era irrazionale. Nella sua carriera di modella le era capitato centinaia di volte di fingere rapporti lesbici con altre ragazze, e qualche volta aveva anche provato piacere, ma sempre in modo controllato; capiva che il piacere derivava principalmente dallo stato di venerazione che le altre donne avevano nei suoi confronti: aveva una motivazione meramente razionale, dovuta al soddisfacimento del proprio ego.
Niente a che vedere con quello che era successo quella sera: dal primo momento che aveva visto Milena aveva desiderato toccarla, baciarla, succhiarle quegli enormi seni turgidi; al contatto della prima goccia di latte con la sua lingua aveva completamente perso il controllo di sé, entrando in uno stato di estasi, perdendo la nozione del tempo e del luogo in cui era, completamente abbandonata all’attrazione carnale. Tutti i suoi sensi, erano tesi verso il piacere.
Oltre alle sensazioni provate guardandola, toccandola, annusandola, leccandola, ripensò alla voce roca di Milena che la invitava a non fermarsi, e capì che anche solo quello avrebbe potuto procurarle più piacere di tutto ciò che aveva vissuto fino ad allora.
Non vi era spiegazione per tutto ciò, se non che Lisa si era innamorata profondamente di Milena.
Si ritrovò, mentre stava finalmente prendendo sonno, a contare i minuti che la separavano dal loro prossimo incontro.

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