Principalmente si trattava di gestire i siti web che avevano creato anni prima e che si erano rivelati delle vere e proprie miniere d’oro. Nel panorama mondiale della rete spiccavano su tutto il resto, non solo per la qualità ma sopratutto per la sua presenza.
Lei, personalmente, non trovava la cosa particolarmente stimolante: gli utenti del web erano una entità imprecisata, senza volto, numeri che crescevano o calavano. Una società di Monaco di Baviera si occupava delle pubbliche relazioni e due segretarie avevano il solo compito di rispondere alle mail che giungevano al suo personale indirizzo.

Sabrina, Kiev. Occhi neri, pelle olivastra, capelli lunghi e scuri. 118, 70, 105....Katrina, San Pietroburgo, occhi azzurri, carnagione chiara, 115, 65, 110....Lara, Kosice, occhi neri, capelli castani. 122, 75, 105...Le sembravano tutte appena passabili, normodotate. Certo, nessuna di queste le si avvicinava anche solo lontanamente: ma da quei giorni passati a Berlino tutto ciò che vedeva sul web le sembrava così....piatto. Era la parola esatta; sognava una schiera di modelle bellissime e dai seni giganteschi. Greta continuava a essere nei suoi pensieri: Greta, Greta....
Squillò il telefono: era Gunther. Chiamava spesso, per sapere come andavano le cose e per sincerarsi che Lisa stesse bene. Dalla voce la ragazza capì subito che vi era qualcosa di nuovo.“Hai il computer acceso, cara?”
“Certo, è sempre acceso qui.”
“Abbiamo appena installato la webcam e Milena voleva salutarti: prova un pò a collegarti...”
Digitò l’indirizzo alla tastiera e pochi secondi dopo Gunther apparve, in primo piano.
“Ha appena finito il primo ciclo di cure e...beh, sembra che le cose stiano funzionando, anche se forse è un pò presto per dirlo...” Lisa si stava mordendo il labbro inferiore: era eccitata dalla notizia. Nell’inquadratura apparve Milena che la salutò con la mano. Lisa notò subito il cambiamento: sembrava un’altra ragazza; persino ringiovanita nell’aspetto. Subito dopo notò il rigonfiamento che aveva sotto il maglione: aveva l’occhio allenato e quella non era una quarta scarsa...
“Su, fai vedere a Lisa la nostra sorpresa” disse Gunther. Milena sparì alla sua vista, forse per togliersi il maglietta e vi ritornò in reggiseno, riempiendo completamente lo schermo.
Lisa spalancò gli occhi, incredula. Il volume del suo seno era almeno raddoppiato, arrivando, così, ad occhio e croce ad una misura intorno ai 125 cm. Nessuna donna poteva avere messo su tanto in poco più di due settimane. Non era umano.
Non voleva veder altro: spense di colpo la webcam ed il computer. Sentiva una sorta di irritazione crescerle dentro, fino a diventare, in modo del tutto irrazionale, rabbia vera e propria. Lei doveva essere là in quel momento: lei doveva essere l’oggetto delle cure del professor Bohm. Prese la tazza del caffè, sul tavolo, la scagliò per terra con forza. Si bloccò per un attimo fissando il pavimento, come a verificarne l’effetto sul suo umore. Niente , non era abbastanza. Allora si alzò guardandosi intorno, andò verso il guardaroba e prese un ferro dalla sacca da golf di Gunther: un lucido, freddo e pesante ferro 7. Si mise davanti al computer, fece un profondo respiro e poi fece roteare la mazza che, disegnando una traiettoria parallela al terreno, frantumò lo schermo. Poi toccò alla tastiera, al mouse, al router, a quant’altro si trovasse sul tavolo. Infine la lanciò contro la vetrata della porta-finestra che dava sulla piscina, mandandola in mille pezzi. Luis arrivò di corsa, pensando a chissà cosa, e la trovò immobile, i pugni chiusi e le braccia rigide lungo i fianchi. Distolse lo sguardo quando lei lo fissò, ansimante. “devo cominciare a giocare a golf,” – disse rivolta a lui – “dicono che sia rilassante.”
Lisa non faceva nessuna attività fisica, e a dire la verità, il suo corpo non ne aveva proprio la necessità: non era particolarmente muscolosa, ma era comunque dotata di un fisico atletico.
Unico sport che si concedeva era andare a cavallo, quasi quotidianamente.
Così disse a Luis di preparare la bestia per il tardo pomeriggio. Il telefono aveva squillato decine di volte, sempre Gunther, ma lei non aveva nessuna voglia di parlare di quello che aveva visto quella mattina. Così, verso sera, montò a cavallo in modo molto informale, con larghi pantaloni di lino, t-shirt e giubbotto di jeans.
Aveva cominciato da bambina, in Danimarca, nella fattoria di un suo zio, e le era sempre piaciuto. Appena le era stato possibile, ad Ibiza aveva acquistato uno splendido e docile baio; lo aveva chiamato Zietto, come quello di Pippi Calzelunghe, a rimarcare i suoi ricordi di infanzia.
Tra l’altro all’equitazione era legato il suo primo ricordo di eccitazione sessuale, dovuto alla dolce andatura dell’animale ed al contatto con la dura sella. “Magari fosse tutto così facile anche adesso,” pensava mentre scendeva per la strada sterrata verso la spiaggia. Il passo dell’animale era sempre lento, non le piaceva galoppare: si gustava la natura intorno a sé e i lievi sussulti che ad ogni passo si trasmettevano dal cavallo a lei. Rigorosamente senza reggiseno, le grosse mammelle, ondeggiando, strisciavano contro la tela della maglietta eccitando le areole ed i capezzoli. L’effetto era per lei incredibilmente rilassante.
Aveva cercato di pensare razionalmente agli eventi di quel giorno. In fondo non era successo niente: lei rimaneva unica e inarrivabile, anche se questa Milena fosse cresciuta ancora di altrettanto.
Rimaneva il fatto che lei doveva tornare a Berlino al più presto, su questo non aveva dubbi. Quella donna si stava appropriando dei suoi desideri, del suo sogno di diventare la donna con le tette più grosse mai apparsa sulla terra.
Perchè ora, dopo quello che era successo, per la prima volta aveva ben chiaro in mente quale era lo scopo di tutta la faccenda. Fare di lei la ragazza che sarebbe stata ricordata per sempre come la modella con il più incredibile, gigantesco seno naturale di tutti i tempi.
Quando tornò alla villa acquistò i biglietti via web e diede disposizioni al personale di servizio. Da lì a due giorni partì, destinazione Potsdam.
Ottimo! Non vedo l'ora di leggere il seguito ;) Gigi
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